Tra gli eroi del calcio il nome di George Best, fantasista nord irlandese della sua nazionale e del Manchester United, figura senza dubbio.
Anni ’60, un ragazzo poco più che ventenne furoreggiava con la mitica maglietta rossa dei Red Devils.
Il suo stile di gioco era tutto dribbling e fantasia e lo esibiva con un numero sette sulla schiena.
Le evoluzioni sul campo di Georgie – così soprannominato – facevano ammattire gli avversari sul campo e impazzire i tifosi.
Al contempo, lo stile di gioco straordinario e sopra le righe si rifletteva in qualche modo anche nella vita privata, condotta all’insegna del gusto smodato per i piaceri della vita.
George Best somigliava ad Elvis Presley ma coi capelli lunghi, giocava a pallone quasi come Pelè ed era considerato alla stregua di uno dei Beatles.
In più giocava per quella che all’epoca, anche grazie al suo talento, era forse la squadra più forte del mondo.
Insomma, attraeva le donne come il miele le api e di certo non era solito fuggire alla loro attenzione, amava l’ alcol in modo esagerato- tanto che ne causerà la sua morte – e spendere in abiti ed auto fuoriserie era quello che faceva nel restante tempo, tra una partita e Miss Mondo, tra una bevuta e Miss Universo.
George Best fu un fuoco sacro del calcio per pochi ma intensissimi anni, a 22 anni vinse già il Pallone d’ oro ma quello stile di vita impedì al suo immenso talento di esprimersi a lungo al massimo delle sue potenzialità.
Sono da ricordare molte sue frasi ma una più di tutte può farcelo comprendere
“Ho speso la metà dei miei soldi in donne, auto e automobili.
Il resto lo ho sprecato”.
Così parlò, questo fu il mitico George Best

AUTORE : Redazione