Lavorare nella scuola dell’infanzia non è proprio facilissimo… per quanto sia bello, entusiasmante, gratificante, a volte ci si trova davanti a situazioni imbarazzanti da cui è piuttosto complesso uscire senza ferire gli animi. Soprattutto quelli di bimbi piccoli che devono poter vivere gioiosamente l’esperienza scolastica, essere invogliati a venire a scuola e non mortificati perché “miseramente” scoperti nel bel mezzo del compimento di una loro magagna…

Ebbene…ogni volta che arrivano a scuola giochini nuovi, soprattutto piccoli, è veramente difficile che quegli stessi giochini siano ancora in uso non dico dopo un mese, ma dopo una settimana… e’ infatti troppo grande la tentazione di farsene scivolare qualcuno in tasca perché è irrinunciabile il bisogno di giocarci anche a casa. E così, all’arrivo dell’ennesimo carico di giochi piccolini destinati a riempire ceste sempre più tristemente vuote, scatta il controllo.
Almeno all’inizio. Giusto per far durare quel nuovo acquisto il tempo di un paio di giocate…
Certo, non è che le maestre stiano sempre lì a controllare che giochini distratti finiscano casualmente nelle tasche di qualche bambino incolpevole ma… A volte capita. E allora… cosa fare quando comunichi che è arrivata l’ora di mettere a posto i giochi ma la tasca di qualche piccolo allievo rimane misteriosamente gonfia? Come la tasca di Antonio (nome modificato) oggi. Ecco cosa è andato in scena in classe perchè i giochi tornassero nella cesta e non prendessero il volo per la casa di Antonio…:
Tentativo n.1: la maestra dice: “ Bimbi, mi raccomando, non dimenticate di riporre anche i giochini che sono caduti nelle tasche. Così possiamo giocarci anche domani.” Nulla. Antonio diventa rosso, mette la mano sulla tasca, quasi per nasconderne il rigonfiamento, ma non tira fuori nulla.
Tentativo n.2: la maestra insiste “Bimbi, avete posato tutto? Irene risponde:” Sì maestra, è tutto a posto. Vedi, non c’è più niente in giro.” Intanto, Antonio continua a fare il vago con aria innocente…
Tentativo n.3: “Bambini vedete bene, perché a volte capita che qualche giochino cada in tasca. Voi non ve ne accorgete…ma cade… controllate bene.” Ma Antonio stringe la tasca con la manina mentre fa finta di cercare in giro altri giochini. La tentazione di mettergli la mano in tasca è forte ma a qual fine? Gli rimarrebbe il senso di frustrazione per essere stato scoperto e non imparerebbe nulla…
Tentativo n.4: “Bimbi attenzione! Ho sentito un rumore! Uhhh avete visto alla finestra!” “No maestra, cosa?” “Sì bambini, era proprio lì!” e loro in coro: “Ma chi?”. Ed io: “L’elfo! Quello spione! Eppure Natale è passato… chissà che voleva…”

Nel trambusto generato dalla curiosità dei bambini, corsi vicino alla finestra, su internet ho cercato l’immagine di un elfo. Ops… squilla il telefono… Maestra con espressione stupita: “Bambini guardate chi mi sta chiamando! Pronto. Ciao elfo, che si dice? Come mai questa telefonata? Coooosa??? Stavi facendo un giro fuori alla nostra scuola? Ma infatti! Allora eri tu!! Mi sembrava di averti intravisto… che hai visto?? Qualche bimbo ha messo giochini in tasca??? Nooo, macchè, non è possibile proprio. Qui tutti hanno messo ogni gioco a posto.” Pausa. “Sì sì, sicuro.” Pausa. “Dici che non è così? Ma sei sicuro?” Improvvisamente Antonio, tutto rosso e con aria allarmata, si china di scatto dietro un banco e ad alta voce dice: “Maestra guarda che ho trovato a terra!”……..”Bravissimo Antonio. Hai visto elfo? Qui i bimbi non dimenticano niente. Antonio sta ancora posando le macchinine che ha trovato a terra al loro posto. Caro elfo forse ti sei sbagliato. C’erano dei giochini ancora in giro. Comunque grazie per esserci vicino e vieni a trovarci quando vuoi!”.
Conclusione: bimbi emozionati per “visita” e telefonata inaspettate. Espressione di Antonio sollevata. Giochini per questa volta salvati. Tentativo 4 andato a buon fine e, soprattutto… lezione imparata senza mortificare.
Esito giornata: positivo.

